dal volume 'Storia dei comuni e delle parrocchie della Diocesi di Tortona' - C.Goggi | |||
''Interessantissimo e' il caso di questo paese sorto presso, non propriamente attorno, ad una cappella della Santa, gia' dipendente dalla parrocchia di Podigliano intitolata a S. Michele. Ora Podigliano e' diventato frazione del comune di Sant'Agata e la sua antica Chiesa e' diventata cappella della parrocchia''. Cosi' lo storico F. Gabotto. Parleremo prima di Podigliano e poi di Sant'Agata. Podigliano e' un gruppo di case poste sopra un poggio. Nelle antiche carte e' scritto Pugliano, in dialetto e' Pudian o Pughian. Civilmente faceva parte del Vescovato. Al Vescovo fu confermato come abbiamo veduto da Papa Adriano IV e da Innocenzo III. Era munito di castello. Possediamo due lettere del vescovo Giacomo mandate dal castello di Podiliano una del 1309 ai monaci di S. Marziano e che abbiamo veduto nel primo volume, l'altra del 1314 mandata all'arcivescovo di Genova. Nel 1284 era curia ed anche comune come apparisce da un documento del 1311. Nel 1216 Alberto Mulinari sindaco del comune di Puliano pagava tasse al comune di Tortona. Nel 1183 ''vi fu disceptatione tra la citta' ed i luoghi di... Pudigliano'' quale abbiam veduto parlando di Montale Celli. Al tempo delle fazioni dei guelfi e dei ghibellini Pudigliano prese parte a quelle e fu oggetto di lodo pronunciato da Mosca e Guido Della Torre nel 1035 il simile (comando) a Bernardo di Busseto per il luogo di Pudigliano. I predetti arbitri comandavano di consegnare loro il castello. Di questo castello rimase una colombaia, lo rifece il Comm. Bottaro. Nel 1408 era infeudato ai Rampini di S. Biagio. Nello stesso anno Sant'Agata, Pugliano e gli altri feudi dei Rampini entravano in una pace tra i guelfi e i ghibellini. Sulla sommita' del poggio che termina con una ripa, sta una chiesetta intitolata a S.Michele che i competenti giudicano del 1000 e forse anche anteriore. Il Gabotto dice che era parrocchia, pero' non comparisce nel catalogo del 1523. Notizie civili - ''Sant'Agata'', la cappella presso la quale sorse il paese risale al tempo dei Longobardi secondo il Gabotto. In un foglio del principio del secolo scorso conservato nella curia, cartella ''AbbazieÈ e nella memoria lasciata dall'arciprete Don Cortazza che visse nella meta' dello scorso secolo e che non conobbe il sopradetto foglio si legge che detta cappella era una cella del monastero di Bobbio. Questi scritti non sono due documenti, sono pero' testi di una tradizione. Nelle Abbreviationes del monastero di Bobbio risalenti all'863 - 883, pubblicate nel Codex diplomaticus di Bobbio da Cipolla e la Buzzi, vol. II, pag. 204 si legge che il monastero bobbiese possedeva una cella dedicata a Sant'Agata; i due commentatori dichiararono di non sapere dove essa fosse. Che sia la nostra? Cio' che il Cipolla dice di Sant'Agata si dica dell'altra cella di Sant'Andrea nominata essa pure nella Abbreviationes unitamente a quella di Sant'Agata. Gli abitanti di questo paese affermano che il monastero di Bavantore era presso il luogo detto Sant'Andrea nella valle ad est di Sant'Agata. Una menzione di Sant'Agata paese la trovo nel 1277 come luogo di origine di un Lanfranchello. Esso era compreso nel Vescovato. Al tempo delle fazioni seguiva la parte ghibellina. Esso fu oggetto di diverse misure nelle diverse parti tra i due partiti. Nel 1359 il podesta' di Tortona ordiNAVa che restassero sospese per sei mesi le condanne pronunciate contro quelli di Sant'Agata e frattanto quegli abitanti dovessero darne la cauzione di 1000 fiorini d'oro da ripetersi ogni qualvolta venissero meno ai patti. Nel 1408 il paese fu con Sant'Alessio infeudato ad Antonio Rampini. Tuttavia dipendeva dalla curia di Podiliano. Nel 1437 il capitano visconteo ordiNAVa che ivi vi fossero alloggiati sei cavalli. Dopo la cessione del Vescovato fatta al Re di Sardegna, il feudo di Sant'Agata fu dato a Baldassarre Bossi, ma vi stette poco. Sulla parte piu' alta del paese sorge un grosso fabbricato detto castello; esso non e' castello ma un palazzo signorile. Il Casalis scrive che era abitazione dei gesuiti e che furono essi soppressi nel 1575; nessuna memoria si trova ne' di essi ne' di altri religiosi in Sant'Agata. Nel cosi' detto castello fu trovato lo stemma dei nobili Giacoboni di cui parlero' piu' sotto. Segno che fu edificato dai Giacoboni di cui infra. Il vescovo Barbavara (1435 - 1451), a causa della sterilita' del terreno, ottenne dai Visconti esenzioni da molte tasse per tutto il Vescovato. Il miglioramento odierno incomincio' nella seconda meta' del passato secolo buon impulso diede alla coltivazione della vite l'arciprete Corazza. E' tradizione che molti contadini scendevano al piano in cerca di lavoro e che il commercio fosse piu' con Novi che con Tortona. La strada antica, mulattiera che partiva da Vezzano, seguiva il torrente, e giunta sotto Podiliano rapida ivi saliva; da essa si staccava un ramo che conduceva a Sant'Agata. La strada attuale fu costrutta nel 1881 seguendo, da Sant'Agata a Podiliano in gran parte l'antico tracciato; da Podiliano a Carezzano il tracciato fu nuovo. La strada per Gavazzana e' del 1910; il palazzo comunale e' deI 1896. L'aggiunta dello specificativo Fossili lo ebbe nel 1871 a causa dei molti fossili trovati la' vicino. Scrive il Corazza che a distanza di un chilometro da Sant'Agata sorge un monticello chiamato castello di Occobiano e che ivi era un castello distrutto dai Saraceni nel secolo XI. Scrive il medesimo che Torre degli Sterpi fu edificata dagli Sterpi quando lasciarono Torre Calderai. Nel comune di Sant'Agata nacquero i seguenti personaggi: a Giusulana nel 1751 il sacerdote Andrea Squadrelli che stabilitosi a Milano divenne valente avvocato a cui per avere pareri si concorreva da diverse parti d'Italia; Napoleone voleva farlo gran giudice, ministro di giustizia ma egli ricuso'. Dal medesimo fu decorato dell'onorificenza della corona d'Italia: mori' nel 1808. L'avvocato Pietro Maraschi nel 1837 ne pubblico' la biografia con i tipi di Pietro Velaschi in Vigevano. Nel 1788 a Sant'Agata nacque Ludovico Costa eletto ingegno dottore collegiato aggregato al collegio di giurisprudenza; segretario di stato al Ministero degli Interniãdeputato sopra gli studi storia patria. Tra le sue opere vi e' la pubblicazione della Cronaca Anonima di Tortona che piu' volte ho citato. Era persona molto religiosa. Mori' nel 1875 nelle braccia del Cottolengo. Tortona gli dedico' una via. Sopra Val Sorda esiste una miniera di zolfo che gia' piu' volte si tento' sfruttare. Notizie religiose - L'antica cappella era come tutte le altre chiese volta verso oriente. Fu eretta parrocchia nel 1575 e non nel 1500 come per errore scrive il Pollini, d'altronde sempre preciso. In questa occasione l'antica cappella fu ampliata e la facciata che era a ponente fu trasportata ad oriente. Fu allungata nel 1935. Fu totalmente restaurata e modificata decorata nel 1905 - 1906 dal Gambini; la facciata fu radicalmente modificata nel 1911 come si legge nella lapide ivi posta. Nella chiesa vi erano sedici sepolture; e davanti ad essa vi era il piccolo cimitero o piuttosto ossario ove si mettevano i resti esumati delle sepolture affinche' ai vivi dicessero la caducita' delle cose, e tutti invitassero a pregare. Questo fu ampliato nel 1831 quando fu proibito seppellire nelle chiese, e di nuovo un secolo dopo. Gli stalli del coro provengono dalla chiesa degli agostiniani di Serravalle, e l'altare maggiore proveniente da una chiesa soppressa di Tortona come e' tradizione. Primo parroco fu Mons. Andrea Giacobone, patrizio milanese, morto a Sant'Agata nel 1580. Al di lui zelo si deve l'erezione della parrocchia. La dote fu costituita dalle due comunita' che componevano la parrocchia, Sant'Agata e Podiliano. Nel 1703 la chiesa fu elevata al grado di pieve ed il rettore ebbe percio' il titolo di arciprete. Nella visita di Mons. Peyretti e' lodato l'arciprete Costa per il buon ordine con cui era tenuta la chiesa. Nelle rogazioni si facevano nove stazioni ogni giorno; Mons. Peyretti le ridusse a tre. Nel 1703 la parrocchia contava 670 anime nei seguenti fuochi: Sant'Agata 85, Podigliano 26, Torre 37.
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